venerdì 3 ottobre 2014

Storie di santi e di eroi

San Benedetto da Norcia, affresco di Subiaco, da Wikipedia
E poi, dopo le storie segrete, arrivano quelle dei santi. E il medioevo ne è pieno. Uno di essi, forse uno tra i più noti, è San Benedetto, coetaneo, tra l'altro, di quel Procopio di Cesarea di cui parlavamo l'altro giorno. Lo so, la Chiesa è piena di santi e a star dietro a tutti...

Allora, diciamo che san Benedetto è quello dei benedettini. È lui che poco prima della guerra gotica, nella prima metà del VI secolo, fonda l'abbazia di Montecassino, famosa per essere stata rasa al suolo dai bombardamenti della seconda guerra mondiale; san Benedetto crea anche la regola benedettina, che poi è considerata il fondamento del monachesimo occidentale, e compie una serie incredibile di miracoli, senza contare le visioni e le predizioni.

Noi conosciamo abbastanza dettagliatamente tutta questa serie di eventi grazie a san Gregorio Magno, papa vissuto nella seconda metà del VI secolo e morto nel 604. Prendendo a pretesto una sorta di conversazione con un certo diacono Paolo, san Gregorio Magno racconta episodi della vita dei santi italiani e i miracoli a loro attribuiti. Nascono, così, i Dialoghi, opera in quattro libri il cui secondo volume è dedicato esclusivamente alla vita esemplare del santo Benedetto morto solo pochi decenni prima.

Bombardamento di Montecassino, immagine da blog.oup.com
San Gregorio Magno non aveva conosciuto personalmente san Benedetto, ma aveva incontrato e ascoltato quattro dei suoi discepoli. E da queste testimonianze trae origine la Vita di San Benedetto.


Sicuramente, al tempo delle guerre gotiche, il santo doveva avere già una bella fama. Personaggi illustri quali Totila, re dei goti durante la seconda parte della guerra gotica, si prendono il disturbo di farsi una bella sfacchinata fino in cima a Montecassino per andare ad incontrarlo. E se qualcuno se lo sta chiedendo, no, Totila non ci arriva in ginocchio e non ci va con spirito devoto e contrito.
Prima di tutto, perché Totila non era cristiano. Anzi, proprio come tutti gli altri goti prima e dopo di lui, anche se dopo di lui ce ne sarebbero rimasti davvero pochini in giro, era un ariano. Apparteneva, cioè, ad una sorta di devianza del cristianesimo che non credeva in Cristo quale figlio di Dio e persona della Trinità, ma lo vedeva come la creatura più alta che Dio avesse creato, dotato di una certa dignità rispetto al resto del creato, ma pur sempre sua creatura.
Da Benedetto, Totila non ci va, quindi, per parlare di cose religiose. Del resto, dubito persino che gliene fregasse qualcosa. I Goti non erano proprio dei campioni di filosofia teologale e il loro re, un ragazzotto che probabilmente aveva passato tutta la sua vita a cavallo, spostandosi da un campo militare all'altro, non poteva certo fare eccezione. Lui ci va per svergognare il santo e prendersi beffa dei creduloni che lo dicono dotato di visione profetica. Così, arrivati in prossimità di Montecassino, Totila il re dei Goti si spoglia dei suoi abiti regali e li cede ad uno scudiero, comanda a tre dei nobili della sua guardia di seguire ed onorare lo scudiero come se fosse il re e di presentarsi al monaco in tal guisa, per vedere quanto la vista del santo fosse lunga.

Quando i quattro arrivano con il seguito imperiale davanti alle porte della cittadella, trovano Benedetto lì ad aspettarli. Non concede loro nemmeno il tempo di aprire bocca che subito apostrofa il falso re, dicendogli: "Togliti quegli abiti che non ti appartengono". Allora lo scudiero e il suo seguito cadono prostrati a terra e se ne tornano da Totila di filato. Per quanto in gamba fosse quale re, alla fine Totila era pur sempre un barbaro un po' capoccione. Non fa sorpresa sapere che, rivestitosi dei suoi abiti, va lui stesso a chiedere di questo Benedetto. E Benedetto lo accoglie con aria placida. Gli dice che fino a quel momento aveva fatto molto male, che doveva ravvedersi, che sarebbe entrato in Roma, avrebbe passato il mare, che avrebbe regnato nove anni e al decimo sarebbe morto. Di sicuro Totila venne scosso da simili parole. Un po' maluccio si era comportato, in effetti. Ma relativamente nulla, se si pensa in che tempi si era.
In ogni caso, da quel giorno si dimostrò con gli italiani e con i nemici catturati meno barbaro degli stessi bizantini; dopo poco entrò a Roma, tornò verso la Sicilia, regnò nove anni e il decimo morì in battaglia.

Spinello Aretino, Totila incontra san Benedetto
San Miniato al Monte, Firenze. Da Wikipedia
Ci sono poi altri miracoli che colpiscono per originalità e che quindi mi sembrano degni di attenzione, se non vogliamo proprio dire fede. E poi ce ne sono altri che sembrano ricalcare miracoli di altri santi, come lo stesso compilatore ricorda. E questi, forse, potrebbero essere stati ricordati, magari riadattandoli un pochino, allo scopo di collocare san Benedetto nella schiera dei grandi personaggi biblici e donargli pari autorevolezza.

Nonostante il dubbio che una dose di manipolazione di alcuni eventi ci sia stata, rimane la sensazione di trovarsi davanti ad un personaggio reale, storico: un santo, ma anche un uomo, con mille pregi, ma anche qualche spigolosità di carattere, capace di comunicare con Dio ed intercedere per gli uomini.

E la domanda, anche questa volta, salta fuori, vero? Qual è la verità storica? Quanto la vita di San Benedetto è stata aggiustata dai suoi discepoli o dallo stesso Gregorio Magno per renderla più esemplare e quanto possiamo dire che sia la testimonianza genuina della vita di un santo?
Ad essere onesta, poco mi importa. Scopo del compilatore non era, in fondo, esaltare la persona Benedetto, ma esaltarne il messaggio. E questo è un compito a cui assolve egregiamente.

E allora, a volte, può essere giustificata la manipolazione della verità storica?


2 commenti:

  1. Certo che ne fai di lavoro post-lettura, tu, eh? :D

    Alla fine potresti pubblicare un ebook con i vari risvolti storici delle letture.

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    1. Macché! La verità è che questo periodo storico è uno dei miei preferiti e quindi lo conosco abbastanza bene. Poi, come diceva la mia professoressa, ogni argomento, se affrontato con un minimo di curiosità, racchiude in sé miriadi di stimoli e rimandi e percorsi... E io adoro seguire i percorsi segreti!

      Il mio solo problema è che questo non è il mio lavoro. Non ho tempo per approfondire nulla come vorrei. :D

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