martedì 7 ottobre 2014

La storia degli storici

E cosa succede quando, allontanandosi dalle testimonianze di prima mano, ci si ritrova secoli e secoli lontani a studiare quegli stessi avvenimenti, ma raccontati da intermediari?

Ci si ritrova sui banchi di scuola, a sfogliare manuali di storia incapaci di divulgare se non poche e superficiali notiziole. Se si è fortunati, di tanto in tanto, tra le date senza senso e i riassunti striminziti, ci si imbatte in notizie stuzzicanti che per un attimo ti fanno intravedere cosa potrebbe nascondersi dietro al piattume delle informazioni standardizzate. Per me, tanto tempo fa, è stato il riferimento all'assassinio di una regina gota per mano di un suo cugino associato al trono a farmi scivolare tra barbari illuminati e romani in decadenza. La storia, naturalmente, si è rivelata un po' più complicata di quello che in una lettura superficiale poteva apparire. Da lì sono arrivata alla cronaca di Procopio, ma anche a storici più moderni che mi hanno raccontato quella stessa storia da un punto di vista diverso: quello dello studioso cresciuto a 1500 anni di distanza, con una gran quantità di fonti a disposizione e sguardo storico del tutto diverso da quello dei contemporanei.

E tuttavia, devo ammettere che i grandi studiosi contemporanei che mi parlano del periodo menzionato non mi dicono, in realtà, molto. Non a caso, una delle mie letture preferite al riguardo è un po' vecchiotta. 

Thomas Hodgkin (1831-1913). Da Wikipedia
Thomas Hodgkin, storico inglese che ha scritto Italy and her Invaders (Oxford, 1880–1899) in otto volumi, si può definire, forse, storico della vecchia scuola. Il quarto volume della sua immensa opera è dedicato proprio alle guerre gotiche. Ed è questa che mi diverto a sfogliare a tempo perso.

La cosa che mi ha affascinato di lui è stata l'accuratezza della narrazione, ripresa direttamente alla fonte. Perché Hodgkin racconta fedelmente il racconto che Procopio fa della guerra, quasi fosse una traduzione, e lo amplia in mille modi diversi. Prima di tutto, usando altre fonti non solo contemporanee agli eventi narrati. Così vediamo la stessa storia guardata da diverse prospettive, anche se poi il punto di vista principale è quello di Procopio.
Tuttavia, Procopio non sempre è in grado di esaudire tutte le nostre curiosità, un po' perché dà per scontato che il lettore dell'epoca non avesse bisogno di tante spiegazioni o descrizioni, un po' perché forse lui non vedeva interesse in quello che a noi affascina di più. A questo rimedia lui, Hodgkin, infilandoci un sacco di  informazioni riguardanti... beh... un po' tutto. Dalla storia degli acquedotti romani, quelli che proprio in questo periodo vengono tagliati e mai più riportati al vecchio splendore, ai luoghi e ai costumi di tutta una penisola italica così come doveva apparire nel VI secolo: tanti dettagli che stuzzicano la fantasia, oltre che la curiosità.

Hodgkin non si limita a organizzare il racconto delle varie fonti. Lui congettura, o riporta congetture di altri studiosi, e così facendo, illumina la vita dei popoli del tempo. E si spinge anche oltre! Perché la sua grande cultura gli permette di spaziare e collegare eventi storici anche lontanissimi, come anche di rendere vivide conoscenze archeologiche che illuminano dinamiche di guerra ormai completamente ignote.
E se non bastasse, Hodgkin ci mette anche un po' di fantasia. Una fantasia sempre tenuta a freno dal rigore dello storico, ma che rende le nozioni estremamente piacevoli da scorrere e percorrere. Un esempio stupendo è la passeggiata che immagina fare a Procopio per le strade di Roma, all'indomani dell'ingresso dell'esercito romano nelle mura. Qui diveniamo diretti spettatori, passeggiamo con Procopio e ammiriamo con lui le magnificenze di una Roma ancora grandiosa, ma già pesantemente in declino. E per chi la conosce così come è adesso, a distanza di 1500 anni, questo tuffo in un passato a malapena intuibile costituisce da solo un divertimento tutto particolare. Sì, perché leggendo la storia raccontata da Hodgkin ci si diverte, quasi si stesse leggendo un romanzo storico.

La storia, allora, può essere raccontata quasi come una fiction, pur rimanendo estremamente fedele alle fonti. Bisogna saperlo fare, certo. E solo chi la ama veramente, secondo me, riesce nell'intento. Hodgkin, si vede fin dalle prime righe, aveva una passione infinita per la storia e una dote rara: quella di saperla trasmettere.

Siccome Hodgkin si trova gratis su Amazon, io vi consiglierei di darci un'occhiata. O meglio, se amate i romani e quel periodo di transizione che da loro porta al medioevo, ecco, questa è la lettura che mi sentirei di consigliare ad occhi chiusi. E, detto tra noi, non credo di essere l'unica ad averla apprezzata. Ma di questo parleremo nel prossimo capitolo, quello della fiction storica. 


2 commenti:

  1. Non conoscevo quest'opera. Chissà se ci sarà anche in italiano. 8 volumi... fanno gola :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, otto volumi che partono dagli Unni in Italia e arrivano a... non so bene, sai? Una bella scorpacciata di storia.

      Non so se ci sia una traduzione. E se davvero esiste, dubito che sia recente. In tal caso, sarebbe meglio leggersi l'originale: sicuramente si comprende meglio un testo inglese della fine dell'800 che non un testo italiano della stessa epoca. :)

      Elimina