venerdì 3 gennaio 2014

Le palle da tennis delle stelle



Ormai sono mesi che ho finito Montecristo, eppure non riesco ancora a staccarmene del tutto. Che volete, mi ci sono affezionata al buon Edmond Dantès, tanto che lo inseguo anche nelle immagini riflesse che di tanto in tanto autori più o meno noti si divertono ad evocare.

Uno di questi riflessi è Ned Maddstone (anagramma di Edmond Dantès), protagonista de The stars' tennis balls di Stephen Fry (in Usa: Revenge), pubblicato nel 2000.

Forse, prima di continuare col romanzo, sarebbe meglio presentare il suo scrittore. In Inghilterra è straconosciuto, ma anche in giro per il mondo direi. Io lo ricordo particolarmente in Wilde (1997) nel ruolo di Oscar Wilde stesso (vi ricordate? Vi compare  anche un giovane Jude Law) o in quello del presentatore in V per Vendetta (2005), e ultimamente anche per la voce che presta al narratore di Pocoyo.




Bella, magnetica, dalla pronuncia pura e suadente: io mi incanto più delle mie bambine davanti al cartone, solo per ascoltare il suo perfetto inglese. Non a caso ha anche prestato la voce alla narrazione degli audiobooks di titoli famosi come quelli di Harry Potter. Ma prima di tutto Stephen Fry è un comico.

Tra le varie altre cose, Stephen Fry ha scritto qualche libro. Per lo più il suo stile è, appunto, comico, ma The stars' tennis balls è un'altra cosa: piccolo omaggio al più celebre Conte di Montecristo, è un riadattamento del romanzo di Dumas ai giorni nostri. Certo, in esso non manca il suo umorismo prettamente inglese. Tanto per citarne una: i nomi dei personaggi sono per lo più anagrammi dei veri. Edmond Dantès diventa Ned Maddstone, Danglar
Stephen Fry
diventa Barson-Garland, e Mercedes... beh, lei è la vena comica che non riesce a starsene buona e che guizza tra le righe. Ed infatti diventa Portia, diminutivo (usato solo due volte, tanto per strizzare l'occhiolino al lettore e ridacchiare sotto i baffi dell'arguzia) diventa Porsch.
Mercedes - Porsch.
E scusate se lo sottolineo.

Ma a parte questi giochini su cui io gongolo come una bambina, devo ammettere che Fry mi ha stupita. Non credevo, prima di tutto, che fosse così piacevole. Forse anche la natura del suo esperimento, ricreare un Montecristo moderno, mi ha intrigata non poco.

Alcune diversità sostanziali ci sono, naturalmente. Ad esempio, il gusto moderno si impone e così c'è un po' più violenza bruta anche raccapricciante se vogliamo, un po' meno arzigogolii nella trama e i personaggi vengono ridotti di numero. Ma anche i caratteri dei personaggi vengono modificati. Soprattutto Ned Maddstone...

Già, Ned si trova nella posizione di Edmond, ma non è Edmond. È giovane come Edmond, ma lo è negli anni '80 del XX secolo, un adolescente ingenuotto che si ritrova in un turbinio di eventi imprevedibili. Vuoi mettere un 18enne dell'800 e uno del tardo 900? Uno è un uomo, l'altro un bambino. E questo macchia naturalmente anche l'evoluzione del carattere di personaggi simili posti in situazioni uguali o quasi.
Mentre Dantès, negli anni della reclusione, coltiva la vendetta e diventa un freddo strumento di riequilibrio delle sfighe distribuite dai suoi simili, Ned coltiva vendetta, certo, ma anche un filino di pazzia e non dimostra mai, o solo superficialmente, un desiderio di giustizia superiore, perché il suo è più un bisogno di riprendersi ciò che sarebbe dovuto spettargli.

Non vorrei dire troppo, ho paura di rovinare a qualcuno una lettura piacevole. Aggiungo solo che per certi versi Ned ricorda più il Picaud di Peuchet che non il Dantès di Dumas.

Il romanzo forse potrebbe essere giudicato squilibrato rispetto al vero Conte di Montecristo. Si vede che Fry è rimasto particolarmente affascinato dall'evoluzione di una psicologia giovane fatta a pezzi da una prigionia ingiusta. Evoluzione davvero ben tracciata. La parte dedicata alla vendetta vera e propria viene trattata, invece, senza troppi ghirigori, ma non per questo la caratterizzazione degli altri personaggi risulta meno accurata.

L'ultima cosa, proprio l'ultima.

Mentre leggevo, non potevo far a meno di dare un volto a questo Ned Maddstone e, a giudicare da alcuni dettagli sparsi, mi sono divertita a pensare che anche Stephen Fry se lo immaginasse come me lo immagino io: come il suo collega di vecchia data Hugh Laurie. Ma di lui e della loro collaborazione parleremo nel prossimo post, se vi va. Per ora vi ho tediato abbastanza.

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